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Come pubblicizzare un sito: le cose che non ti dice nessuno



post su come pubblicizzare un sito web

Bene, il tuo sito web nuovo fiammante è pronto oppure hai capito che non ricevi abbastanza visite sul tuo vecchio sito internet... ed ecco che una domanda ti sorge spontanea: "Come pubblicizzare un sito?"

In questo post trovi l'elenco delle attività che puoi e devi fare per portare visitatori sul tuo sito, ma non solo: ho deciso anche di scrivere tutti gli aspetti che di solito nessuno dice, perché più scomodi.

1 Il sito è un tassello della strategia, non il fine

Lo scrivo sempre, lo dico sempre, e lo penso davvero: il sito web deve essere pensato e realizzato in sinergia con il resto della tua strategia di marketing.

Devi sapere in breve chi vuoi che lo visiti, perché dovrebbero considerarlo interessante, cosa vuoi che facciano (scaricare qualcosa? Scriverti? Guardare un video?) e sapere come inseguirli una volta che lo avranno lasciato.

Perché lo lasceranno!

Quindi se non hai pensato a questi aspetti stai sbagliando nel valutare ora come promuovere il tuo sito. Potresti creare traffico, ma non vendere.

E questo tu non lo vuoi!

2 Non tutta la pubblicità è uguale

On-line come nella vita reale esistono diverse qualità di pubblicità. Vuoi fare un paragone con l'off-line?


esempio di cosa non fare

Un conto è scegliere dove andare a cena perché te lo ha consigliato un amico che ti conosce ed è già stato nel ristorante, mentre è tutt'altra storia trovare un fastidioso volantino sotto il tergi cristallo.

Il ristorante è lo stesso, ma la tua valutazione è differente.

La stessa cosa avviene on-line, dove tutta una serie di attività che si possono fare equivalgono al volantino sotto il tergicristallo. Ad esempio i banner (anche quelli di Google Ads) o le email alle quali non ti sei iscritto.

Il fastidio è lo stesso, e l'insuccesso è assicurato.

3 Rivolgiti prima a chi ha già deciso di comprare

Una volta capito che non devi infastidire i tuoi clienti con pubblicità inutile (eh... sì! anche quella utile infastidisce) devi concentrarti prima su chi almeno ha un bisogno da soddisfare.

Elementare no?

Sono quindi quelle persone che stanno cercando prodotti e servizi come quelli che vendi tu, e cioè le persone che utilizzano Google perché non hanno già in mente un riferimento dove acquistare.

Subito dopo esserti chiesto perché non sei TU il riferimento nella loro mente, ti devi riprendere e decidere di rivolgerti a:

  • chi vuole comprare

  • chi si sta informando

Tornando al caro vecchio mondo off-line è come essere un commesso in un'enoteca e aiutare qualcuno indeciso nello scegliere il vino giusto per la sua cena di amici, o avere davanti a te il cliente con bottiglia e carta di credito in mano.

A quale dai più attenzione?

Bene, quello con la carta di credito in mano on-line si chiama "domanda consapevole commerciale" e sono persone che vanno indirizzate su una pagina prodotto, una landing page specifica o almeno su di una categoria di prodotti.

Devi convincerli che devono acquistare da te ora, subito e che sei la scelta giusta.

Devono contattarti ora, se sei un consulente o vendi servizi.

Devono richiedere ora un appuntamento.

A questi non puoi rompere le balle con "i 5 consigli per... o le 10 regole da..." NO BLOG, sì informazioni per l'acquisto.

Come si intercettano? Utilizzando Google Ads se il sito è giovane o se non sei nei primi risultati di ricerca, e nel frattempo usando il SEO affinché questo flusso di clienti sia automatico nel tempo.

Fine della storia.

Poi ci sono in aggiunta: Bing (eh sì, ha il 10% del mercato italiano) e gli aggregatori di offerta (es. Booking, Pronto Pro, ecc.).

Questo per i clienti che hanno già deciso di acquistare. Ma non sempre Google Ads funziona e non sempre il SEO basta.

Il tuo lavoro deve anche monitorare come si comportano gli utenti sul sito web (usando ad esempio software come Hotjar) e migliorare di continuo i dettagli che portano all'acquisto. E questo non te lo dice nessuno...

Il SEO inoltre è una battaglia a scarto zero: se tu prendi il posto di qualcuno nei risultati, ci sarà sempre e comunque una battaglia per essere nelle prime 10 posizioni perché il posto che hai tolto vorrà riprenderselo, e non finisce mai.

Lo step successivo è intercettare le persone che si stanno informando sulla soluzione ad un loro problema/desiderio.

Questi possono impiegarci mesi per acquistare e devi nel frattempo ricordare loro che esisti.

Gli strumenti per intercettarlo diventano quindi un Blog, una newsletter, la creazione di una community e un po' di remarketing (q.b.).

Altrimenti un blog non serve a niente: inutile avere traffico se non sai cosa fartene... ricordi il punto 1?

4 Incuriosisci chi non ti conosce

Il social media marketing serve per intercettare possibili clienti che non ti conoscono, ma che potrebbero avere bisogno di te o dei tuoi prodotti.


fare social media marketing vuol dire anche interrompere

Fai conto di essere l'attivista di Green Peace che ferma le persone per strada per proporre di sostenere l'associazione: una battaglia (quasi persa)!

E se invece tu fossi un esperto di salute dei bambini che tiene un piccolo seminario rivolto ai genitori, e alla fine di un evento gratuito proponessi di sostenere Green Peace per migliorare la salute anche dei LORO figli?

Ti ignorerebbero ancora? Probabilmente no!

Il lavoro sui social media consiste quindi nell'intercettare le persone (sui social che loro utilizzano) e progressivamente diventare loro famigliare.

Ma non è sempre così: in alcuni settori è completamente inutile perché l'acquisto è ad impulso (e quindi non c'è bisogno di un approccio progressivo) oppure perché il tuo target non li usa.

E quindi è inutile pescare da qui per pubblicizzare un sito.

Inoltre (altra cosa che non ti dicono mai) i social sono piattaforme che si sostentano con la vendita di pubblicità, e la tua visibilità va sempre e comunque comprata. Non credere al contrario (qui sotto un video approfondimento utile in merito):


In questa categoria di pubblicità a strascico mirato puoi anche includere la collaborazione con influencer e la pubblicazione/pubblicità sui portali noti alla tua clientela.

5 Pensa a strumenti che puoi gestire in modo indipendente

Ci sei quasi: hai studiato come portare le persone dal primo momento di contatto al primo acquisto.

Lo devi fare (rileggi il punto 3) con strumenti a gestione diretta. Email in primis, ma anche SMS, lettere a casa e telefonate e tanto altro.

Google invia periodicamente cartoline stampate ai clienti... non ti fa pensare questa cosa?

Quello che, ancora una volta, non ti dice quasi nessuno (gli amici di WMI lo fanno eccome, qui c'è un libro must che devi leggere) è che se non imposti prima di fare pubblicità un sistema di gestione della relazione del contatto, beh, è inutile che fai attività per promuovere un sito.

Cosa ne pensi?

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Ma questo ormai dovresti averlo capito ;-)


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