Quante volte abbiamo sentito parlare delle quattro generazioni che catalizzano quasi il 90% dei consumi degli italiani? E quante volte abbiamo sentito i nostri genitori esclamare “Non sono più i tempi di una volta!”?
Diverse caratteristiche, diverse aspirazioni ma perfino diversi modi di pensare, come possiamo immaginare, contraddistinguono le varie generazioni, così che risulta a volte impossibile cercare di capire i nostri genitori, e per loro non risulta semplice cercare di capire i figli.
Essere nati in diversi contesti storici influenza il modo di pensare e questo incide direttamente sul comportamento: diversi interessi, diverse ricerche, sia in ambito commerciale che in ambito sociale.
Breve panoramica sulle generazioni
Generazione z
Sono i nati tra il 1995 ed il 2020, rappresentano il 15% degli italiani e vengono chiamati anche digital innates, quindi non possono fare a meno della tecnologia.
Per questa generazione infatti la tecnologia è un linguaggio naturale dalla tenera età.
Millenials
Rappresentano circa il 17% della popolazione italiana e sono le persone nate tra il 1980 ed il 1994; sono detti anche nativi digitali, cresciuti insieme alla digitalizzazione ed all’accelerazione tecnologica. Comunicano tramite messaggi istantanei e vocali, seguono le stories in Instagram.
La parola d’ordine è condivisione.
Generazione X
Gli individui tra il 1965 ed il 1979 rappresentano il 24% della popolazione italiana e sono i primi Digital adopters, ovvero coloro che sono nati in un mondo analogico e hanno abbracciato sin dall’inizio la trasformazione tecnologica e digitale.
Sono autonomi, indipendenti e mediamente propensi all’innovazione.
Baby Boomers
Infine abbiamo i baby Boomers, i nati tra il 1946 ed il 1964 che rappresentano più del 24% della popolazione italiana: nativi analogici si sono dovuti per forza abituare alle nuove tecnologie in età adulta.
I baby boomer, o più semplicemente Boomers, sono la generazione economicamente più stabile, questo li rende mediamente più ottimisti e consente loro di vivere la vita con più spensieratezza, facendo sport, viaggiando con gli amici e ponendo una crescente attenzione all’alimentazione.
C’è chi però, proprio in considerazione di un arco temporale abbastanza vasto come questo, propone un’ulteriore distinzione all’interno della stessa generazione di Baby Boomers, ovvero:
Coloro nati prima del 1955, già maggiorenni durante la guerra del Vietnam
I nati tra il 1995 ed il 1964, anche definiti come late boomers.
E' facile comprendere come questa distinzione non abbia un semplice scopo classificatorio, anzi, esperienze di vita e valori di riferimento, baby boomer nati adesso e baby boomer nati pochi anni dopo possono essere completamente diversi .
E’ inevitabile pensare che sia la generazione più segnata dalla storia, avendo vissuto in prima persona il più alto e rilevante numero di eventi con impatto non indifferente sulla società, sull’economia, sulla politica: per citarne alcuni, la Guerra fredda, l’assassinio di J.F. Kennedy e Martin Luther King e tanti altri.
Tuttavia la diversità di avvenimenti per area geografica porta a definire una molteplicità di fattori di diversità che caratterizzano questa fascia d’età:
circa il 75% di essi è su Facebook, pubblicando post che talvolta vengono derisi dai giovani.
Le loro prime sperienze Social sono state infatti su Facebook, Messenger, Whatsapp e Instagram.
I Baby Boomers sono il 30% più propensi rispetto alle altre generazioni a scoprire i brand tramite le pubblicità in televisione.
Inoltre hanno una spiccata preferenza, rispetto alle generazioni più giovani, a brand eco-sostenibili, socialmente responsabili e a supporto delle attività locali.
Infatti il 56% dei baby boomers è più propenso a spendere di più per prodotti eco-friendly ed inoltre pone molta attenzione al servizio clienti, nonché all’autenticità del brand.
Meno difficile, invece, è valutare l’impatto che i Baby Boomers hanno ancora sulla vita associata. Basti pensare a un solo dato:
nella maggior parte dei paesi occidentali essi rappresentano il gruppo demografico principale (76 milioni di Americani, per esempio, sono nati appunto tra la seconda metà degli anni Quaranta e la seconda metà degli anni Sessanta).
C’è di più, però: nel Regno Unito per esempio – ma il dato funziona anche se esteso al resto del mondo occidentale – sono proprio i Boomers che detengono l’80% della ricchezza nazionale.
Più in generale, l’espressione ha finito per far riferimento a una generazione di privilegiati che più dei loro discendenti hanno potuto godere di una condizione di benessere economico e sociale, di politiche di assistenzialismo pubblico e di una generalizzata fiducia dei consumi.
Le contingenze storiche, del resto, sono innegabili e i Baby Boomers portano già nel nome il segno di un boom delle nascite improvviso, un’improvvisa impennata demografica seguita alla fine della seconda guerra mondiale che non poteva non essere collegata a un periodo di maggiore prosperità economico-sociale.
I baby boomers sono tendenzialmente fedeli ai marchi, in quanto sono cresciuti nell’era del consumismo, amano comprare e hanno grande potere d’acquisto. Inoltre, in quanto consumatori accaniti, amano il lusso, come giusta ricompensa del loro lavoro, che per loro rappresenta la loro vita.
Sono persone fortemente orientate al lavoro ed alla carriera, ambiziose ed al tempo stesso concrete, prediligono ancora le relazioni “faccia a faccia” e sono indipendenti anche in virtù delle maggiori possibilità economiche e di istruzione rispetto alla generazione precedente.
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