Ricerca etnografica: cos’è, quando usarla e perché nel marketing funziona davvero
- Redazione

- 11 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di ricerca etnografica nel marketing. Molti però la confondono con interviste, focus group o semplici osservazioni “sul campo”.
La verità è che l’etnografia è un metodo, non una tecnica. E se usata bene, è uno degli strumenti più potenti per generare insight che non emergono da survey, analytics o dashboard.
Nel marketing, la ricerca etnografica viene utilizzata per comprendere i comportamenti reali delle persone nel loro contesto quotidiano, andando oltre ciò che emerge da questionari, interviste o dati digitali.
In questo articolo spieghiamo cos’è davvero una ricerca etnografica, quando ha senso usarla, quali rischi comporta e come viene applicata oggi nel marketing.
Sommario
Cosa si intende per ricerca etnografica
La ricerca etnografica nasce in ambito antropologico alla fine del XIX secolo e ha come obiettivo la comprensione profonda dei comportamenti, dei rituali e dei significati all’interno di un contesto culturale specifico.
Nel marketing, l’etnografia viene adottata quando:
quello che le persone dicono non basta
il comportamento reale è diverso dal dichiarato
si cercano bisogni latenti o non ancora formulati
L’elemento distintivo è che il ricercatore entra nel contesto di vita reale delle persone osservate e ne studia le azioni mentre avvengono, non a posteriori.
In altre parole: l’etnografia osserva ciò che le persone fanno, non ciò che raccontano di fare.
Nel marketing, questo approccio viene spesso definito anche etnografia applicata o marketing ethnography, per distinguerlo dall’uso accademico del metodo.
Su cosa si può fare una ricerca etnografica
Una ricerca etnografica non serve “per tutto”. È particolarmente efficace quando l’obiettivo è esplorativo e interpretativo. In particolare, l’etnografia è adatta a studiare:
l’uso reale di un prodotto o servizio nella vita quotidiana
i rituali di acquisto e consumo
il significato simbolico di un brand
i contesti di scelta (casa, negozio, ufficio, auto)
bisogni non soddisfatti o non ancora espressi
customer experience complesse
Nel marketing viene utilizzata soprattutto per:
sviluppo di nuovi prodotti
riposizionamento di brand
comprensione profonda di nicchie
validazione qualitativa prima di una ricerca quantitativa
👉 Non è invece adatta per stimare volumi, percentuali o rappresentatività statistica.
Cosa osserva davvero un etnografo
Uno degli errori più comuni è pensare che l’etnografia sia “guardare le persone”. In realtà, il metodo prevede l’osservazione strutturata di tre dimensioni principali:
I discorsi: non solo cosa viene detto, ma quando, perché e in relazione a quale azione.
Le strutture sociali: regole implicite, convenzioni, ruoli e rituali che guidano i comportamenti.
Lo spazio: gli ambienti non sono neutri; arredi, oggetti e disposizione influenzano le azioni.
L’etnografia guarda alle cose con sistematicità. Non è osservazione casuale, ma interpretazione guidata da ipotesi di ricerca.
Quanto dura una ricerca etnografica
Qui è importante sfatare un mito.
Una ricerca etnografica non dura necessariamente mesi. La durata dipende dall’obiettivo. In generale:
una sessione efficace richiede almeno 4–5 ore per partecipante
servono 2–3 ore solo per creare relazione e contesto
osservazioni di 1–2 ore sono quasi sempre insufficienti
Nel marketing:
etnografie brevi: una giornata per soggetto
etnografie approfondite: 1–3 giorni
studi multi-country: più cicli brevi, non immersioni infinite
👉 La qualità del tempo conta più della durata assoluta.
Come si fa una ricerca etnografica
Una ricerca etnografica nel marketing segue un processo strutturato, anche se flessibile, che combina osservazione sul campo, interpretazione progressiva e confronto continuo tra ricercatori e azienda. In sintesi, le fasi sono:
Definizione dell’obiettivo di ricerca: cosa vogliamo capire davvero?
Progettazione
aree di osservazione
traccia flessibile (non un questionario rigido)
selezione dei partecipanti
Fieldwork
osservazione partecipante
dialogo contestuale
spesso supporto video
Debrief immediato: condivisione degli insight a caldo.
Analisi e interpretazione
trascrizioni
individuazione di pattern
costruzione del significato
Output
report o video-etnografia
raccomandazioni operative
Un punto chiave: raccolta dati e analisi non sono fasi separate. L’interpretazione inizia già durante l’osservazione.
Quali sono i rischi maggiori di una ricerca etnografica
È qui che molte ricerche falliscono. I rischi principali sono:
usare l’etnografia per obiettivi sbagliati
ridurre eccessivamente il tempo di osservazione
interpretare senza un quadro teorico
coinvolgere troppo il cliente nel fieldwork
produrre insight interessanti, ma non azionabili
👉 Una buona ricerca etnografica deve sempre portare a decisioni concrete.
Che tipo di dati produce una ricerca etnografica
La forza dell’etnografia è la longevità dei dati. Gli insight etnografici:
non scadono in pochi mesi
spiegano perché accadono certe cose
alimentano innovazione, strategia e creatività
Non rispondono a “quanti”, ma a:
perché
come
in quale contesto
con quali significati
Quando ha davvero senso investire in una ricerca etnografica
Ha senso usare l’etnografia quando:
stai prendendo decisioni strategiche importanti
i dati quantitativi non spiegano i comportamenti
vuoi innovare prodotto, servizio o posizionamento
senti che “manca qualcosa” nella comprensione del cliente
Per questo motivo, la ricerca etnografica nel marketing viene spesso utilizzata come fase esplorativa, prima di investimenti rilevanti in prodotto, comunicazione o advertising.
Non ha senso usarla:
per confermare decisioni già prese
per sostituire una ricerca quantitativa
come esercizio teorico fine a sé stesso
Conclusione
La ricerca etnografica non è una moda. È uno strumento potente, ma va usato con criterio.
Quando è progettata bene, porta insight che nessun report numerico potrà mai restituire Quando è improvvisata, diventa solo una visita guidata ben raccontata.
Nel marketing, la differenza la fa sempre lo stesso fattore: capire davvero le persone prima di provare a convincerle.
FAQ
La ricerca etnografica è una ricerca qualitativa?
Sì. È una ricerca qualitativa basata sull’osservazione dei comportamenti reali nel loro contesto naturale, non solo sulle dichiarazioni delle persone.
In cosa si differenzia da un focus group?
Il focus group si basa su ciò che le persone dicono; l’etnografia osserva ciò che fanno, nel loro ambiente quotidiano.
Quanto dura una ricerca etnografica nel marketing?
Dipende dall’obiettivo. In genere servono almeno 4–5 ore per partecipante, mentre progetti più complessi possono durare più giorni.
È adatta anche alle PMI?
Sì, se utilizzata per obiettivi strategici chiari, come sviluppo prodotto, posizionamento o comprensione profonda del cliente.
Può sostituire una ricerca quantitativa?
No. L’etnografia non fornisce dati rappresentativi. Viene spesso utilizzata prima di una quantitativa per formulare ipotesi più solide.
Quali sono gli errori più comuni?
Usarla per gli obiettivi sbagliati, ridurre troppo il tempo di osservazione e produrre insight non traducibili in decisioni operative.



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